Il buono fruttifero postale identifica una delle forme di guadagno, anzi più precisamente di “rendimento” effettivo possibile da ottenere attraverso il semplice “mantenimento” di denaro presso questa forma di elemento finanziario gestito dalle Poste Italiane ma di fatto parte del gruppo delle obbligazioni. I buoni fruttiferi postali continuano ad avere vari pregi, ma non sono tutti uguali.
Alcune tipologie infatti sono decisamente più adatte rispetto ad altre per particolare tipi di cittadini, e proprio per soddisfare fasce di popolazione sempre più ampie e soprattutto diversificate i buoni fruttiferi postali hanno una categorizzazione in tipologie molto definite, che porta alcune varianti ad essere molto più remunerative di altre.
Il buono fruttifero postale: come funziona?
Il concetto del buono fruttifero postale segue la logica di un qualsiasi forma di obbligazione proposta dallo stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti. Si tratta di un bene finanziario che permette ad un capitale di denaro che parte da 50 euro a salire (a scelta del cittadino) di essere investito attraverso un qualsiasi ufficio Postale in modo semplice.
Non hanno infatti costi di apertura, gestione, chiusura ma anche di rimborso, lo Stato genera degli interessi basati sul tipo di varietà scelta, e tutti hanno una scadenza definita oltre la quale il buono smette di generare interessi quindi si “stoppa”, nei termini generici il buono fruttifero postale ordinario vede nella propria scadenza un periodo di 20 anni.
Tutte le principali tipologie
In termini di rendimento si parla di percentuale ogni anno: 2.00 % per il buono ordinario che garantisce tassi fissi e crescenti fino a 20 anni, ed è sicuramente questa la varietà più diffusa e genericamente adatta un po’ a tutti. Ma la Cassa depositi e prestiti ha fornito anche varianti diverse del buono, come alcune tra le tipologie presenti poc’anzi.
- Il buono 3×4, che garantisce l’incremento dei risparmi fino a 12 anni, gli interessi sono calcolati ogni 3 anni, percentuale annua di rendimento al 2 %
- Buono 3×2 dalla durata più breve, 6 anni, con interessi che sono considerati dopo 3 anni (rendimento 1,25 %)
- Esiste anche il Bonus legato all’inflazione italiana che offre un rendimento minimo pari a 0,60 % che subisce rivalutazione in base all’inflazione
La forma più remunerativa del buono postale è sicuramente quella legata ai giovani: il tasso di interesse infatti è del 5 %, ed ha una scadenza legat alla maggiore età del minore associato (che può essere un parente ma non necessariamente), può essere aperto fino ai 16 anni e mezzo di età del minore, sia in forma fisica che dematieralizzata.
Ogni buono presenta una tassazione agevolata al 12,5 %, calcolata però esclusivamente sui rendimenti ottenuti e non sul capitale iniziale, condizione che rende i buoni sufficientemente interessanti per evitare lo “stagnamento” del denaro ma anche identifica un metodo di investrimento abbastanza a fondo sicuro essendo strumenti garantiti dallo stato italiano.